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Ricognizione speleologica e biospeleologica "Montenegro 2023"

  • Immagine del redattore: Rajan Trobec
    Rajan Trobec
  • 15 ott 2023
  • Tempo di lettura: 15 min

03/09/2023 – Domenica

Partenza alle 07:50 Mauro passa a prendere Nicola a Sales e alle 08:10 sono a Gabrovizza dove recuperano Rajan. Alle 08:30 caffè a Basovizza dove si uniscono alla comitiva Gianni e Mila. Tappa a Krvavi Potok per gonfiaggio gomme e Mauro si offre di guidare la prima tratta del viaggio. Verso le 15:00 siamo al confine con la Bosnia, dove facciamo cambio turno alla guida. Prosegue Rajan e oltre confine facciamo gasolio. Proseguiamo su strade interne sino al valico di Deleusa dove finalmente entriamo in Montenegro. Alle 20:00 arriviamo a Virpazar dove mangiamo in attesa dell’arrivo di Dragan, Marko e Sanja. Dopo aver scoperto che il “kebap” qui risulta l'equivalente dei nostri “ćevapčići”, proseguiamo verso il borgo di Lukići. Purtroppo, subito dopo la partenza, si accende la spia relativa all'allarme pressione gomme. Nel tragitto ci fermiamo due volte a controllare le ruote, ma non riscontriamo anomalie. Proseguiamo la strada che procede tortuosa e dopo 40 minuti giungiamo a destinazione. Qui ad attenderci il “secondo” Marko e altri suoi ospiti di Niš (Serbia).

Beviamo qualcosa assieme e Marko (proprietario di casa) ci svela vari trucchi per la permanenza nella nostra nuova dimora. Il buio la fa da padrone a quest’ora, e l'unica cosa che riusciamo a notare è che ci troviamo in una conca circondata da colline. L’aria che si respira è profumata da piante locali e regna un silenzio tombale. Dopo qualche brindisi ci accordiamo con il “secondo” Marko per una visita della zona l'indomani e, stremati dal viaggio, andiamo a dormire.


04/09/2023 – Lunedì

Sveglia e controllo gomme del furgone che non sembra abbiano avuto mutamenti nella notte. Alle 09:00 arriva Marko, il quale ci porta nel vecchio borgo di Lukići che dista 10 minuti di cammino dal nostro Campo Base. Il villaggio è completamente abbandonato e le strade e i sentieri che conducono al luogo risultano infestati da erbacce e rovi. Ciò nonostante, in breve tempo raggiungiamo la sella sopra l’abitato dalla quale è possibile ammirare il lago di Scutari. Da qui scendiamo di quota per una cinquantina di metri e ci troviamo all'ingresso di “Špela Lugut Barl” o “Bijelo grlo”, che tradotto significa Gola Bianca. Prendiamo la posizione GPS 42.16846N – 19.18276E, quota m 610slm. Acquisita la posizione, decidiamo di sfruttare Marko per farci vedere ancora qualcosa, e anche se quest’ultimo non è molto contento (in quanto dice di non essere all'altezza di affrontare queste avventure), riusciamo a convincerlo. La nuova meta è un pozzo profondissimo (a suo dire) dove la pietra cade per due minuti e finisce in una pozza d’acqua.

Imbocchiamo pertanto il sentiero che porta al villaggio di Gurza. Notiamo subito la scarsa frequentazione del luogo dalla manutenzione del sentiero. Il villaggio di Gurza conta alcune case diroccate e svariate rovine. Giunti al punto GPS 42.15809N – 19.16466E, quota m 663slm ci troviamo a un bivio, ove sono presenti vecchie cisterne costruite per l’approvvigionamento del borgo e l'abbeveraggio del bestiame. Qui Nicola ci fornisce nozioni scientifiche su alcuni abitanti di specie animale di queste pozze. Prosegue quindi la nostra marcia in direzione Nord-Ovest, dietro l'abitato di Gurza. La progressione diventa alquanto faticosa in quanto ci tocca letteralmente aprire la strada con cesoie e seghetto. Continuiamo così per qualche ora, sino a giungere al famoso masso bianco, punto di riferimento per Marko, indispensabile per individuare l'ingresso della grotta che stiamo cercando. Da questo momento Marko parte in avanscoperta, dapprima squarciando ed aprendo la suola della scarpa e una volta trovato l'ingresso della decantata grotta, cadendo e battendo violentemente il ginocchio. L’obiettivo raggiunto tuttavia gli fa dimenticare il dolore. Siamo davanti al famigerato “pozzo 2 minuti”, così da noi ribattezzato. Il problema è che risulta inaccessibile poiché diversi massi ne ostruiscono l’ingresso. Il motivo della volontaria occlusione viene esposto da Marko, il quale ci spiega che i contadini locali, temendo per l’incolumità dei bambini che si avvicinavano pericolosamente all'ingresso per gettare pietre, avevano deciso di ostruirlo con massi in modo da non far precipitare nessuno nel pozzo. Ne acquisiamo comunque la posizione: 42.16396N – 19.16238E e quota m 662slm, ma si valuterà meglio sul da farsi in quanto per arrivarci abbiamo patito le pene dell'inferno. Il pozzo a seguito del lancio di una pietra è stato stimato 25/30 metri che si approfondisce allargandosi e termina sicuramente in un ambiente sottostante più largo.

Stremati dalla giornata, in particolare dal disboscamento selvaggio per farci strada, decidiamo di scendere per una strada più diretta. Con sprezzo del pericolo, ci dirigiamo verso il borgo di Bardići anch'esso completamente abbandonato. Nel borgo non possiamo fare a meno di notare la particolare architettura delle abitazioni, costruite nella maggior parte dei casi con imponenti archi in pietra. Marko ci fa vedere la sua vecchia casa ormai in fase di decadenza. A questo punto siamo oramai al nostro Campo Base. Marko stanchissimo ci abbandona e noi pensiamo solo alla cena. Poi tutti a nanna.


05/09/2023 – Martedì

Sveglia con calma alle 08:00. L'obiettivo di oggi sarà la grotta “Bijelo Grlo” indicataci ieri da Marko. Durante i preparativi, notiamo che la ruota posteriore sinistra del nostro mezzo di trasporto si è sgonfiata vistosamente. Siamo titubanti sul da farsi. Gianni, Mauro e Nicola partono per l’esplorazione della grotta. Mila e Rajan valutano sul da farsi. Cominciamo ad allertare i soccorsi, ma nel frattempo Rajan riesce a reperire nel furgone un compressore d’emergenza. Viene gonfiata la ruota e decidiamo di rinviare a domani la visita al gommista, revocando anche i soccorsi e di raggiungere gli altri. In 30' siamo sulla sella sopra Lukići vista lago e poco dopo all'ingresso della grotta. Mauro intanto ha già armato l’imbocco con una corda e provveduto a decespugliare la parte dell'ingresso accessibile senza attrezzature. In men che meno siamo nel vivo dell’esplorazione: Nicola, Gianni, Mauro e Rajan. Dopo la prima caverna, attraverso un passaggio basso accediamo alla seconda caverna dalla volta alta circa 14 metri. Proseguendo verso Nord-Ovest la caverna si abbassa e prosegue in una galleria che man mano si rimpicciolisce, sino a giungere in un cunicolo di 5 metri che termina con una stanzetta davanti a una colata calcitica. Da qui un pertugio prosegue in un ambiente stretto impraticabile. Nel contempo Nicola raccoglie diversi tipi di invertebrati ipogei repertandoli per le successive analisi. Dopo una breve pausa all'esterno, iniziamo i lavori di rilievo. Concludiamo con uno sviluppo rilevato di circa 100 metri.

Una stranezza notata durante l'esplorazione è stata che la maggior parte delle stalagmiti sono state rotte e asportate. All'ingresso sono state rilevate numerose ossa di toro, cavallo o asino. Gianni non contento, si reca a verificare due punti notati sulla cartografia aerea, sempre nella zona Nord-Ovest di Lukići, ma purtroppo nulla di interessante viene evidenziato.

Rientriamo alle 14:55. Pranzo, a seguire cena e causa fagioli turbolenze notturne.


06/09/2023 – Mercoledì

La giornata di oggi dividerà temporaneamente il gruppo: Gianni, Mauro e Nicola andranno a esplorare la Grotta del Cane sulla vecchia mulattiera per Bar, che prosegue dopo l'abitato di Gurza; Rajan e Mila a Golubovci per la riparazione dello pneumatico del furgone.

Squadra 1 (Gianni, Mauro e Nicola) partenza alle 09:15. In 1h e 45’ raggiungono la grotta, situata sulla sinistra a 10m dal sentiero, alle coordinate: 42.14878N – 19.16867E quota m 810slm. All'ingresso viene rilevata una scritta riportante “Magda spila”. Nella circostanza viene effettuata la poligonale della cavità, uno scavo di abbassamento del pavimento che ha permesso di esplorare circa ulteriori 6 metri di grotta, terminando in una stanzetta. Nicola ha raccolto diverse specie di invertebrati ipogei. In totale sono stati rilevati circa 130 metri di sviluppo spaziale. Degno di nota è il fatto che nella caverna principale dopo l'ingresso è stato rilevato un piano lastricato composto da pietre lisce con in testa un muro a secco a L, che potrebbe risalire a un’epoca non recentissima. Nicola ha anticipato il ritorno verso il Campo Base al fine di ispezionare meglio le cisterne sopra il villaggio di Gurza. Gianni e Mauro alle ore 15:05 sono partiti per il ritorno al Campo Base raggiungendo Nicola presso il villaggio di Gurza, rientrando così insieme al Campo Base alle ore 16:30.

La seconda squadra composta da Mila e Rajan è partita alle 09:40 per giungere a Golubovci verso le 10:45. Dopo essersi consultati con il gommista Vujacic sulla condizione della ruota del furgone, intuiscono che la faccenda è piuttosto seria. Il cerchio nella parte interna è corroso e la perdita di pressione dello pneumatico è causata da questo motivo. La situazione è drammatica in quanto non si trovano cerchi di questo modello da poter sostituire. Poi, anche a seguito dell'intervento di Dragan, i gommisti riescono a saldare il cerchione e prima di montarlo fanno vedere che non sono più presenti perdite. Nell'attesa vengono raggiunti da Milos con il quale scambiano 4 chiacchiere. Placata l’ansia, vanno a fare spesa e alla faccia di tutti si fermano presso un ristorante nazionale dove si concedono una “pljeskavica” e una “punjena vjesalica” alla modica cifra di € 23,60. Spettacolo! Poi la strada tortuosa verso Lukići, dove giungono alle 16:00, poco prima dell'arrivo della prima squadra.

Alle 16:30 arrivano anche Marko, il proprietario di casa con sua moglie e Dila, la nostra vicina di casa. Relax in giardino. Mauro e Mila preparano una buona pasta tonno, cipolla e pomodoro. Dopocena si discute sul programma per l'indomani.


07/09/ 2023 – Giovedì

Partenza ore 09:30 verso Ostros. Percorriamo la strada panoramica effettuando soste lungo il tragitto, ammirando il lago di Scutari e le numerose isolette vicino alla costa. Verso le 11:00 giungiamo nel villaggio di Runja. L'obiettivo odierno e la “Shpella Stranovs”. Contattiamo alcuni residenti locali, i quali sembra parlino una lingua tutta loro, ma troviamo anche un signore che parla montenegrino. Quest'ultimo si offre di accompagnarci per un tratto di strada verso la grotta che stiamo cercando. Nel tragitto lamenta il fatto che in zona non c'è lavoro e che la maggior parte degli abitanti (quelli rimasti) si occupa della coltivazione di tabacco. Infatti, nei dintorni non possiamo fare a meno di notare campi coltivati e tabacco in fase di essicazione sotto tendoni di plastica. Percorsi 300 metri dall'ultima casa del villaggio, il signore ci indica l'area dove dovrebbe trovarsi l'ingresso della grotta, ma purtroppo l'area è infestata di rovi e cominciamo a girare nella giungla. Il caldo è asfissiante e cominciamo a soffrire seriamente, considerati anche gli zaini in spalla. Verso le 12:45 stremati, ci giunge notizia da Nicola che ha trovato l’ingresso. Precisamente ha trovato l'ingresso superiore della cavità, un pozzetto di 3 metri circa. Ci facciamo strada in discesa per entrare dall'ingresso principale, ma ivi giunti rimaniamo sorprendentemente delusi. La grotta sembra più una cavernetta o riparo sottoroccia, residenza di ghiri considerati gli escrementi rinvenuti. Prendiamo la posizione 42.09513N – 19.29346E quota m 171slm. Gianni e Mila procedono al rilievo e ritorniamo al furgone. Dopo questa delusione ci consoliamo alla “Konoba Votra” di Mali Ostros. Relax e il cameriere ci offre anche un giro di loza (grappa) molto gradita. Ripresa la strada per il Campo Base, facciamo una sosta a Koštanjica dove ammiriamo la foresta dei castagni millenari. Nel frattempo, ci chiama Dragan, riferendo che a Livari, nei pressi del belvedere, c’è una grotta. Ci fermiamo quindi in questo punto, provando a raggiungerla, ma anche qui notiamo sin da subito la massiccia presenza di rovi. Mauro e Nicola provano ad aprire un varco tra le sterpaglie ma dopo 30 minuti fanno ritorno esasperati in quanto la vegetazione è veramente troppa. Decidiamo così di proseguire verso il Campo Base, che raggiungiamo all'imbrunire. Prima di dormire ci concediamo una serata con musica e cena.


08/09/2023 – Venerdì

Sveglia alle 08:00. Alle 09:15 partenza verso il villaggio di Gurza. Alle ore 11:00 arriviamo alla “Pasja Spilla” o Grotta del Cane. L'entrata triangolare dà subito accesso a una vasta caverna con soffitto a 45° in interstrato. Dal soffitto si può notare pendere delle radici. Lateralmente, nella parte bassa della caverna, è ben visibile un pavimento lastricato di metri 4 x 2 con un muretto a L risalente a un'epoca non recente. Sempre sullo stesso versante un passaggio basso porta a un'altra caverna dove presumibilmente in periodi piovosi si forma un laghetto. A poca distanza un cunicolo discendente sfocia in due salette dove, nella scorsa esplorazione, è stato visto un pozzo con una breve galleria. Nella circostanza procediamo a effettuare un video e numerose foto nonché terminare il rilievo. Alle 13:00, usciti dalla grotta, decidiamo di raggiungere il punto panoramico di “Bijela Skala”, dove giungiamo verso le ore 15:00. Da questo fantastico punto è possibile ammirare sia la città di Bar con il mare Adriatico, che dalla parte opposta il lago di Scutari. Dopo aver lasciato segno del nostro passaggio sul libro di vetta, decidiamo di far ritorno verso il Campo Base. Nel tragitto verifichiamo alcuni punti di interesse speleologico, ma senza risultati. Vengono effettuate altresì riprese con il drone in particolare presso le rovine dell'abitato di Gurza. Alle 17:45 siamo finalmente a casa, con alle spalle quasi 18 km di sentiero percorso. Quindi cena e alle 21:30 tutti a dormire.


09/09/2023 – Sabato

La giornata inizia presto, anzi prestissimo. Alle 02:00 siamo tutti in piedi ed il motivo non è una escursione o attività speleologica. Già in serata Mila si era sentita male; alle 02:00 Mauro, svegliatosi di soprassalto inizia a vomitare pesantemente, nell'immediato lo segue Nicola e nella notte li raggiunge Gianni. Rajan rimane l'unico superstite. La notte trascorre con rumori molesti di malessere, sino alle prime luci dell'alba. La mattina la situazione sembra placarsi. Mauro, Nicola e Rajan vanno a fare una camminata sino alla chiesetta con il cimitero dei villaggi di Šestani di Sopra. Riprese con il drone, e poi riposo. Verso le 14:00 arrivano a farci visita Dragan e Marko che portano sigarette e qualcosa da mangiare e ci raccontano altri aneddoti e storie di questa località. Successivamente ci spostiamo nell'area feste dei villaggi, ovvero il luogo comune dove sono presenti le cisterne d’acqua e un grande tavolato. Veniamo raggiunti da un loro compare che sta costruendo una casetta in loco. Quest’ultimo ci invita presso il cantiere, ove sono presenti i suoi genitori. Nell’occasione il padre ci racconta ulteriori aneddoti e storie di Šestani. Nel frattempo, Nicola, Mauro e Gianni piazzano una trappola in una delle cisterne, al fine di verificare nuove specie animali. Verso le 18:00 Dragan e Marko ci salutano. Vista la lenta ripresa in salute, Mauro, Gianni e Mila si cucinano qualcosa. Speriamo bene per domani.


10/09/2023 – Domenica

Sveglia con calma e fortunatamente nessuno accusa sintomi strani. Alle 09:45 siamo in cammino. Mila resta al Campo Base. Con una breve camminata raggiungiamo il borgo di Dedići. Dopo aver attraversato il paese, giungiamo nell'area delle cisterne del borgo. Qui veniamo raggiunti da un allevatore di bovini al quale chiediamo informazioni relative a grotte in zona, ma quest'ultimo non conosce bene la località in quanto ha acquistato delle proprietà in zona solamente negli ultimi anni. In compenso ci fa vedere due ferite su una delle sue mucche, informandoci che circa quattro mesi fa, due tigri dopo essere scappate dall'Albania sarebbero state avvistate anche in questa zona, motivo delle ferite subite dalla sua mucca. Crediamoci! Il signore ci mostra poi la strada per Marvučići, ultimo villaggio rimasto da visitare nel “Gornji Šestani " o Šestani di Sopra, raggiungibile in una quindicina di minuti. Il villaggio è abitato da un'unica abitante, la sig.ra Andja. Giunti in loco conosciamo la figlia che ci spiega che i sentieri dal borgo in poi, sono quasi tutti intransitabili poiché invasi dalla vegetazione. Quest'ultima ci indica una parete rocciosa in lontananza, riferendo che si tratta forse dell'unico punto di interesse nei d'intorni. Ci indica quindi una strada semi accessibile per arrivarci. Senza pensarci troppo ci incamminiamo e dopo circa un’ora di ricerche giungiamo al punto: trattasi di uno sagno semi artificiale denominato Kašra. Qui Nicola riesce subito a catturare una rana e ad adocchiare alcuni serpenti in riva al laghetto. Numerose rane giacciono indisturbate nel laghetto. Effettuiamo riprese con il drone e scattiamo foto, poi visto l’orario decidiamo di ritornare al Campo Base dove ci attende Mila. Durante il tragitto eseguiamo altre riprese con il drone dei borghi di Marvučići e Dedići. Segue relax con “rebechin” al Campo Base, preparazione zaini in vista dell’imminente ritorno in Italia, e pulizie dell’alloggio.

Nicola e Mauro in serata vanno a verificare la trappola nella cisterna installata ieri, ma che purtroppo non ha portato risultati. Cena, oggi con poca pasta per quanto fosse buona.


11/09/2023 – Lunedì

Partenza alle 06:40. Chiudiamo tutto e stacchiamo la corrente. Dopo un’ora circa siamo a Podgorica sulla strada per Niksic dove facciamo colazione. Inizia a guidare Rajan. Riscontriamo subito coda al confine montenegrino, dove perdiamo circa un’ora incolonnati. Transitiamo in Bosnia e ci fermiamo al primo autogrill in Croazia dove facciamo uno spuntino. Prende il posto di guida Mauro fino all’area di servizio Krka dove ci fermiamo a pranzare. Riprende a guidare Rajan sino a Gorki Kotar, dove Mauro gli dà nuovamente il cambio. Arriviamo in Italia verso le 20:00. Scarichiamo tutto e andiamo a riconsegnare il furgone.



STORIA, TRADIZIONI E LEGGENDE DEL LUOGO

L’area di Gornji Šestani (Montenegro meridionale) è ubicata su un altopiano montuoso tra il lago di Scutari e il mare Adriatico, precisamente in una conca a una quota di m 600slm. La località comprende i villaggi di Marvučići, Dedići, Bardići, Lukići e Gurza, attualmente sotto l’amministrazione del Comune di Bar.


LA TRADIZIONE AGRICOLA DI GORNJI SESTANI

L’area, seppur ubicata in una zona fortemente carsificata e interamente circondata da banchi e placconate calcaree, comprende anche una terra fertilissima, motivo per il quale gli ortaggi coltivati a Gornji Šestani erano considerati “i migliori” dell’area meridionale del Montenegro. Gli abitanti dei villaggi, infatti, una volta a settimana, e precisamente nella giornata di venerdì, trasportavano i prodotti coltivati al mercato di Stari Bar dove erano particolarmente apprezzati per la loro qualità. Per raggiungere la città, gli abitanti di Gornji Šestani dovevano affrontare un tragitto di quattro ore a piedi, che poteva protrarsi sino a sei ore, qualora il tragitto venisse affrontato con gli animali.

Uno degli aneddoti locali recita infatti che il prodotto agricolo di Gornji Šestani era talmente apprezzato dai clienti che se non fosse giunto al mercato, la gente avrebbe evitato di comprare lo stesso prodotto proveniente da altri produttori.


I MAESTRI DELLE CISTERNE

Considerata la scarsità d’acqua sofferta nella zona, anche per la conformazione del terreno tipicamente carsico e fortemente permeabile, gli abitanti dei villaggi di Gornji Šestani per poter vivere in quest’area, hanno dovuto adattarsi e ingegnarsi per poter avere un approvvigionamento costante di acqua per il fabbisogno giornaliero dei villaggi e degli animali. Per questo motivo nei pressi di ogni villaggio, avevano in passato individuato delle aree dove sono state costruite delle cisterne. Le costruzioni vengono distinte in due versioni: quadrate o in alternativa rotonde con imbocco stretto, centro largo e fondo stretto. Le cisterne venivano costruite interamente in pietra. Le più antiche presentano una parte di sezione del fondo costruita con assi di legno, parte che deve necessariamente rimanere costantemente bagnata dall’acqua al fine di mantenere integra la struttura sovrastante in pietra. Le stesse erano solitamente raggruppate in una zona specifica nei pressi del villaggio e l’acqua di quelle più a monte veniva destinata all’uso umano, mentre quella nelle cisterne più a valle veniva impiegata per abbeverare gli animali.

La tradizione vuole che i costruttori per eccellenza delle cisterne furono gli abitanti di Bardici, definiti maestri per questo tipo di attività. Le cisterne, infatti, nella maggior parte dei casi furono costruite da loro in tutti i villaggi di Gornji Šestani. In contraccambio i maestri pretendevano che una delle cisterne da loro costruite presso ogni villaggio, fosse destinata al loro esclusivo utilizzo in modo da non soffrire mai di carenza d’acqua.

A tal proposito le cisterne venivano monitorate costantemente e in periodi di siccità le stesse, abbassatosi il livello dell’acqua sotto la metà, venivano regolamentate al fine di limitare l’utilizzo da parte degli abitanti e degli animali per preservare sempre una soglia di emergenza. Ogni nucleo familiare poteva detenere al massimo due bovini e i tori impiegati per arare la terra avevano una riserva che comprendeva due abbeveraggi extra ogni giorno di lavoro.


COSTRUZIONI INDISTRUTTIBILI

Le case dei villaggi di Gornji Šestani venivano costruite esclusivamente in pietra. Tutt’ora nella maggior parte dei villaggi le case sono ancora integre con segni di cedimento solamente sulla parte del tetto. Particolarmente interessante risulta l’architettura delle case appartenenti al borgo di Bardici, nel quale è possibile notare che le strutture presentano archi in pietra, dettaglio che negli altri villaggi non viene riscontrato. Le costruzioni seppur costruite utilizzando solamente pietre hanno resistito nella maggior parte dei casi al terribile terremoto del 1979 che raggiunse la soglia de magnitudo 7 della scala Richter.


FESTIVITÀ E USANZE DEL LUOGO

Gli abitanti di Šestani sono di religione cattolica e hanno scelto quale Santo Patrono i Santissimi Pietro e Paolo. Presso i villaggi viene osservata in particolar modo la festa del “Banir”, che ricade ogni anno il quarantesimo giorno dopo Pasqua. In questa occasione la tradizione vuole che i maschi di ogni villaggio costruiscano una croce utilizzando rami di piante locali. Successivamente gli abitanti di ogni villaggio portano la croce costruita sulla cima della collina più vicina del villaggio, quale augurio di buon auspicio, fertilità della terra da coltivare e buona salute agli animali. La tradizione viene rispettata anche oggigiorno, sebbene i villaggi risultino quasi completamente abbandonati.


LE FATE DEL MONTE VESIR

Una delle leggende raccontate dalle mamme di Šestani ai figli maschi, al fine di non farli avventurare fuori dai villaggi è quella delle Fate del Monte Vesir, situato a Sud-Est del villaggio di Gurza, ovvero la cima più alta sopra la conca di Gornji Šestani. In particolare, ai ragazzi veniva raccontato di non avventurarsi in quella zona in quanto l’area sarebbe abitata da fate danzatrici, e che chiunque avesse incontrato queste creature, sarebbe stato condannato a danzare con loro sino alla morte.


LA VICENDA DEL SOLDATO TURCO

Una delle più interessanti vicende tramandate tra gli abitanti di Lukići è sicuramente quella dell’uccisione di un soldato turco. Si narra infatti che durante l’occupazione turca, uno dei soldati di stanza a Stari Bar venne colto a rubare un montone appartenente a uno degli abitanti di Gurza. Colto in flagranza del furto, venne ucciso dal proprietario dell’ovino. Informati gli altri abitanti del villaggio dell’accaduto, gli stessi, temendo ripercussioni da parte dei soldati turchi a seguito del trattamento riservato al loro commilitone, parteciparono all’occultamento del cadavere del turco. Il malcapitato venne quindi gettato in uno dei pozzi presenti sull’altopiano montuoso di Šestani. Il corpo fortunatamente non fu mai trovato dai turchi, evitando così azioni di ritorsione sulla popolazione locale. La salma, a dire degli anziani di Lukići, giace ancor’oggi in una di queste grotte. Questa sarà meta delle nostre prossime esplorazioni.


LA SPIA AL SOLDO DEI GENDARMI AUSTRO-UNGARICI

Un’altra delle vicende tramandate tra i locali, risale all’epoca dell’impero Austro-Ungarico e nella circostanza ci è stata raccontata dal sig. Frano Kolović, all’epoca residente nel villaggio di Lukići. La gendarmeria Austro-Ungarica dopo aver ricevuto notizia da una fonte confidenziale, si presentava presso il villaggio di Lukići, intimando ai residenti di consegnare 15 fucili che detenevano illegalmente. Nella circostanza invitavano gli abitanti per l’indomani mattina a deporre le armi davanti alla porta di una delle case del villaggio, concedendo l’anonimato di chi le deteneva illegalmente. Gli abitanti di Lukići volendo ottemperare a quanto disposto provvedevano a raccogliere le armi, anche in virtù del fatto che la detenzione illegale all’epoca era punita con la pena di morte e qualcuno degli abitanti della zona ne aveva già pagato le conseguenze. Il problema, tuttavia, si sollevò non appena furono raggruppate le armi, che invece di essere 15 fucili, in realtà erano 17. Timorosi di lasciare due fucili in più di quelli dichiarati dalla gendarmeria, gli abitanti del borgo decisero così di nascondere quelli rimasti. Uno dei due fucili nascosti, a dire del Kolović, si troverebbe ancor’oggi in una delle grotte situate non lontano dal borgo di Lukići. Anche questa grotta sarà meta di una delle nostre prossime esplorazioni.


Partecipanti alla ricognizione “Montenegro 2023”: Gianni Benedetti, Mila Bottegal, Rajan Trobec (Gruppo Triestino Speleologi APS), Mauro Kraus (Gruppo Speleologico San Giusto APS), Nicola Bressi (Civico Museo di Storia Naturale di Trieste).


Rajan Trobec

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