Il mistero della sorgente dimenticata
- Rajan Trobec
- 24 feb 2021
- Tempo di lettura: 2 min
24/02/2021
Secondo alcuni racconti tramandati da generazioni nel paese di Gabrovizza - Comune di Sgonico (TS), molto tempo fa, appena fuori dall’abitato del paese, in una zona ormai assorbita dal bosco, vi fu una sorgente d’acqua dolce.
Premesso che già nel secolo scorso le popolazioni del Carso tradizionalmente denominavano le varie zone dei paesi e le campagne con nomi dei proprietari o peculiarità del luogo, l’area che scopriremo oggi è denominata “Pr studencu”, che tradotto significa “Alla sorgente”, avvalorando così l’esistenza della sorgente stessa.
Di fatto, oggi, come negli ultimi 30 anni la sorgente misteriosa è completamente secca e priva d‘acqua. Interessante è tuttavia il punto da dove sarebbe sgorgata l’acqua che risulta situato all’interno di una piccola cavernetta, luogo morfologicamente compatibile per una sorgente.
Come già premesso, l’area oggi è stata completamente assorbita dal bosco, tuttavia chiari e visibili sono i segni di un tentativo di scavo, probabilmente da parte di qualche contadino locale nel corso del precedente secolo in cerca di acqua (rarissima e preziosa risorsa su tutto il territorio del Carso).
A tal proposito è interessante accennare il fato che circa 100m a Sud della misteriosa sorgente è ubicata una dolina, che sul versante Est è occupata da grandi massi di crollo, facendo presupporre l’esistenza nell’antchità di una caverna o riparo preistorico sotto roccia. (LAT. 45° 43' 53,6398" - LONG.13° 44' 1,1574")
A pochi metri dai massi, sul versante Nord della stessa dolina si apre la Grotta delle Lame (1130/4081VG), scoperta nel gennaio del 1961. http://www.catastogrotte.fvg.it/1130-Grotta_delle_Lame
Viene infatti menzionato nella scheda del Catasto Regionale delle Grotte Fvg quanto segue:
“In una nicchia in parete, alla profondità di una quindicina di metri, sono stati notati dei resti ossei ammassati, ai quali erano mescolati dei cocci che ad un primo esame superficiale sembrano appartenere alla cultura dei castellieri. La presenza di questi reperti all'interno della cavità è perlomeno singolare, infatti l'angusto ingresso della grotta si apre nella roccia viva ed al momento della sua scoperta si è dovuto compiere un lavoro di scavo per renderla praticabile. Si può quindi ipotizzare che il materiale sia pervenuto nella cavità attraverso vie diverse dall'ingresso attuale: poichè questa grotta si apre sul fianco di una dolina di crollo, si può supporre che fosse esistita un'altra caverna, ora crollata, dalla quale partiva un cunicolo che collegava le due cavità, per cui gli ossami ed i cocci sarebbero giunti nella 1130/4081VG proprio attraverso la caverna crollata.”
Considerati i ritrovamenti dei reperti attribuiti alla cultura dei castellieri presso la Grotta delle Lame, risulta quindi anche attendibile l’ipotesi dell’esistenza di una sorgente a breve distanza. Le civiltà infatti hanno da sempre prediletto i loro insediamenti in luoghi vicini all’acqua che è la fonte primaria per la sopravvivenza umana.
La zona della sorgente è raggiungibile dal sentiero CAI 41 che da Gabrovizza conduce a Sales. Percorsi 400m circa da inizio sentiero, giunti all‘altezza della linea dell’alta tensione, bisognerà addentrarsi nel bosco in direzione NNE per circa 100m, raggiungendo così il luogo misterioso.
(45°43'60.0"N 13°44'04.1"E)
@rajanair23
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