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Jablenza Jama 106/163VG (Japlenca) - relazione e leggenda

  • Immagine del redattore: Rajan Trobec
    Rajan Trobec
  • 1 nov 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

23/10/2022 Ritrovo alle 08.30 presso il parcheggio dell’Orto Botanico “Carsiana” di Sgonico per una visita alla Jablenza Jama 106/163VG.


(foto dalla china detritica a -42m verso l'esterno)

Questa grotta mi ha incuriosito sin da bambino per la curiosa leggenda che la vede protagonista, raccontatami dalla nonna e che veniva usualmente raccontata ai ragazzi di Gabrovizza e Sgonico, che pascolavano le mucche durante i primi anni del 900’: “Una bambina cercando la mucca che le era sfuggita dal pascolo, notava l’animale nei pressi dell’imbocco della “Jablenza Jama”. Nel tentativo di recuperarla, scivolava con quest’ultima cadendo nel profondo baratro. A distanza di qualche giorno la bambina e la mucca riemersero senza vita alle Foci del Timavo a San Giovanni di Duino. La grotta infatti, secondo gli abitanti del luogo, oltre che ad essere profondissima, nascondeva al suo interno anche un corso d’acqua che ipoteticamente era il fiume Reka/Timavo”. La leggenda veniva sfatata successivamente a seguito delle prime esplorazioni degli speleologi, i quali dimostrarono che non esisteva alcun fiume sotterraneo. Veniva tuttavia narrata e tramandata soprattutto per far impaurire i pastorelli che amavano avventurarsi nei pressi dell’imbocco per catturare i colombi selvatici presenti numerosissimi ancor’oggi nel pozzo d’ingresso. Tornando al presente, il tempo di oggi sembra un po’ incerto ma Gianni, Marco ed io non ci facciamo intimorire. Su cortese concessione dei soci del CAT che hanno in gestione il terreno dove si apre la grotta, raggiungiamo il bordo del pozzo, che a primo impatto si dimostra subito impressionante per le sue imponenti dimensioni. Marco scalpita per armare, io lo seguo e Gianni, reduce da un recente intervento al ginocchio, prova a testare l’articolazione rimessa a nuovo chiudendo la fila. Ci rendiamo subito conto dell’imponenza del pozzo che dopo pochi metri parte con una discesa “in libera” di almeno 35/40m, scampanando. Ma le sorprese non finiscono in quanto durante la calata facciamo agitare notevolmente anche i numerosissimi colombi selvatici che nidificano nelle nicchie sparse a varie altezze del pozzo, i quali attivando la loro difesa aerea svolazzano agitatamente nel tentativo di farci desistere dal calarci nella loro casa.


(foto dalla china detritica verso la galleria principale)

Nonostante le difficoltà raggiungiamo la ripida china a -50m circa, che ci porta nella galleria principale della grotta dove apprezziamo particolarmente l’ambiente asciutto e le concrezioni, tra le quali notiamo spiccare una colonna spezzata nel mezzo e sospesa magicamente, probabilmente a causa di qualche smottamento nei secoli dei secoli.


(colonna spezzata presumibilmente per il cedimento del pavimento nei secoli)


Dopo aver percorso la galleria principale in lungo e largo, Marco inizia ad armare il pozzo interno che ci porterà alla massima profondità della grotta. Anche questa parte della cavità appare asciutta e comoda.


(una delle sezioni del pozzo interno)


Mentre Marco si appresta ad armare, sento Gianni dialogare con qualcuno nella galleria sopra il pozzo interno. La domanda mi sorge spontanea: chi può aver incontrato Gianni casualmente alla profondità di 70m? Passa qualche minuto e nel pozzo interno a grande sorpresa, compare Sandro che trovandosi “a passare nella grotta” ha deciso di imboccare anch’esso il pozzo interno. Raggiungiamo quindi tutti insieme il fondo a -115m, dove rileviamo tra le altre scritte storiche anche quella del GTS.


(vista da -115m del pozzo interno)


Dopo una breve pausa e qualche foto, iniziamo la risalita disarmando. Riemersi dal pozzo interno nel ramo principale, Gianni ci fa notare che sono le 13:00 e di comune accordo optiamo di non visitare l’altro ramo sub-orizzontale, ma di andare direttamente a mangiare qualcosa.


(inizio della china detritica visto dalla galleria - ammirando la luce esterna)


La risalita del pozzo di ingresso ci riserva la solita contraerea dei colombi che si agitano vedendoci transitare nel loro spazio aereo ma anche in questa occasione riusciamo ad eludere le loro contromisure. Alle 14:30 siamo già con le gambe sotto al tavolo presso la Trattoria Sociale di Gabrovizza bevendo qualche birra e mangiando qualche Lubianska. Bella gita, da ripetersi per completare la visita del secondo ramo interno, scoperto tra le altre cose dai soci del GTS alla fine degli anni 40’. Ecco una delle relazioni storiche del GTS (relativa ad una delle uscite successive al ritrovamento del ramo laterale).



(relazione storica del gruppo inerente una delle uscite in questa cavità - archivio GTS)

Partecipanti: Gianni B., Alessandro M., Marco S., Rajan T. Qualora sei interessato potrai vedere anche il video girato nell'occasione della nostra visita, attraverso il seguente link: https://youtu.be/npJXfbaFzmQ


 @RAJANAIR23  

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